mercoledì 3 febbraio 2010
La verità è che, ad un certo punto,
non è che non hai niente da raccontare...
La questione si snoda nella consapevolezza
che la vita o la racconti, o la vivi.
Che ad un certo punto
riesci ad aggirare la necessità
di fissare l’attimo con la parola,
di ingabbiare il momento
nella struttura rigida della frase,
e lasci a ciò che accade
la libertà totale di essere vissuto fino alla fine,
foss’anche quella di scomparire e dissolversi,
foss’anche quella di scomparire e dissolversi,
se così deve essere.
Che ho voluto dire,
non lo so.
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Sono io
- Pauline
- "...la più ingenua delle bambine, la più libera delle schiave, la più innocente delle puttane, la più eretica delle sante, la più folle creatrice di tele astratte e parole mai dimenticate, la più fiera signora di vetri infranti e nodi custoditi in un cassetto, la più inquieta sposa di venti e maree ribelli, la più eccentrica regina di idealismi, senza corona e senza terra..."
Obiettivo Pauline
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2 commenti:
"Ma tu che vuoi dì ?" " E che ne so che vojo dì !" ( Diderot, interpretato dal mitico Ludovico Maschiella ) )
mi fa paura perdermi tra i fumi chiaroschuri di cio' che si potrebbe capire e penetrarti tra le vene. va bene cosi', perche' questa e' la differenza tra il sangue e l'acqua della vita.