domenica 28 febbraio 2010
DELLA DROGA.

venerdì 26 febbraio 2010

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Forse veramente sono una bugiarda.
Dico di amare le parole
e in fondo mi trovo bene solo nel silenzio.

Dentro di me le parole son felpate,
quasi impercettibili.
Tintinnano appena.
Un po'.
Solo un po'.
Meno di un po'.
Meno di un fruscìo incerto.
Meno di un respiro.

Dentro di me neanche diventano un disegno,
non ho una matita per delinearle nel silenzio.
Restano lì,
discrete e mute.
Fantasmi celati.
Solo mie.

Quando escono cambiano.
Sono altre,
altrui.
Tonde.
Hanno un corpo e una forma.
Le sillabe diventano aria
e l'aria è sempre qualcosa che si palpa.

Sottile catenina,
fiato dopo fiato,
spiccioli d'ossigeno,
collana delicata.
Leggerezza...

E le parole a volte sono lì,
vive,
mie e di tutti.

Spesso però' mi stanno dentro.
Fino alla fine,
vagabonde.
Fiacche,
come piace a me.

... Niente ...
Veramente non volevo dire niente
è solo che avevo tanta voglia di parlarti...

 

 

lunedì 22 febbraio 2010

 

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Ho perso qualche idea per via..
dal Sud al Nord,
e anche molti Dei per via
dall'Est all'Ovest.

Mi si è spenta per sempre qualche stella svanita.
Mi si è sprofondata nel mare un'isola e un'altra.
Non so neanche dove ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia 
e abita il mio guscio.

Mi morirono le dita quando toccai la riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle..,
sprecavo vertebre e gambe..,
me ne uscivo di senno più e più volte.

Da tempo ho chiuso su tutto ciò il mio terzo occhio
ci ho messo una pinna sopra e ho scrollato le fronde..
Perduta e smarrita ai quattro venti sono volata.

Mi stupisco io stessa del poco di me che è rimasto:
una persona singola di genere umano
che ha perso solo l'ombrello
ieri sul treno. 


domenica 21 febbraio 2010

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Strambo il modo in cui arrivi a me la notte tardi
e mi sviluppi il mattino con le dita.


Strana la faccenda dei tuoi occhi
che a volte il buio lo sparecchiano
e scompigliano l'alba ed il tramonto lo sistemano.
Sguardo di miele
oppure rosmarino.


Niente di reale,
è semplicemente una piccola illusione
che ogni tanto mi si intreccia nei capelli.

Niente di serio.
Non ti preoccupare.








sabato 20 febbraio 2010


ALICE E’ MORTA.

IL BIANCONIGLIO E’ NEL FORNO

E IL PAESE DELLE MERAVIGLIE

E’ A PUTTANE.





martedì 16 febbraio 2010


Ho un baule pieno di non detti.
Non detti codardi,
non detti a volte generosi.
Apposta e non, ammutoliti.

Non detti che ho voluto respirare
e mi sono morti sulle labbra.
(forse il cuore non era preso
o forse conoscevo la risposta),
non detti vigliacchi quindi,
anche egoisti.

Ho un baule pieno di non detti.
Monocordi, noiosi.
Non è chiuso a chiave e
non ha l'apposito lucchetto.
Si riempie ancora di non detti che non dico,
ogni giorno, ogni ora.

Lucchettarlo e gettarlo,
questo vorrei.

La mia anima è piccola,
non è che abbia tanto spazio da sprecare.
Neanche ho tanto tempo.
Gettarlo vorrei.
E invece di un baule pieno di non detti,
potrei avere una pianta nuova
che sapesse fiorire
malgrado la mia incapace tenerezza.

Vorrei buttare quel baule.
Ma c'è sempre il pericolo che qualcuno
trovi la chiave smarrita
o lo apra chissà come.

C'è il pericolo che i non detti
vecchi e nuovi
diventino parola,
propagandosi nell'aria.

Adesso
non farebbero che ferire e che ferirmi
questi tanti non detti
che non ho detto
e che non dico.

Ho un baule pieno di non detti.

Ma devo decidere subito.
Ormai questo baule pesa troppo
e non mi fa più volare.




giovedì 11 febbraio 2010




martedì 9 febbraio 2010


I cani che non ho mai avuto
hanno gli occhi dolci e tristi
oppure selvaggi e monelli
oppure curiosi e malinconici...


I cani che non ho mai avuto
mi aspettano in casa con un caffè
quando torno
stanca del lavoro.

Mi portano le vecchie pantofole
e quando finalmente mi siedo sul divano,
si
sdraiano accanto a me
e mi chiedono racconti sul giardino d’acqua di Monet.


I cani che non ho mai avuto
rispondono al telefono
quando io non ho voglia
di parlare,
e spesso mi lasciano messaggi nella segreteria,
perché sospettano che
mi piacerebbe trovarne un paio
quando invece non ci sono...


I cani che non ho mai avuto
parlano tutte le lingue del mondo
del
sottomondo e del sopramondo
e pure le lingue dell'immondo.

Mi aiutano a fare traduzioni
e mi prestano i loro occhiali
quando voglio 
leggere la sera.


I cani che non ho mai avuto
odorano di gelsomino se sono allegri,
di mandarino se sono malinconici,
e di cannella se hanno visto la porta aperta
del vicino.


I cani che non ho mai avuto
non sono codardi,
hanno sempre voglia di
viaggiare il venerdì 17,
giocano a nascondino con le ombre
e piangono
solo quando hanno voglia di piangere.


I cani che non ho mai avuto
portano abiti strani...
la maglietta della
Lazio,
il bianco di Siracusa
e il nero di Otello senza Desdemona...


I cani che non ho mai avuto
sono sempre con me
quando mi sveglio
e quando
non riesco a dormire
e mi ritrovano quando mi perdo.
 
I cani che non ho mai avuto
sono scontrosi,
 disordinati,
ironici
e adorano l'
etimologia.


I cani che non ho mai avuto
leggono a tratti Baricco, la Allende  e Kundera.
Criticano la mia grammatica quasi sempre,
se la lascio sul
pavimento o sulla sedia.


I cani che non ho mai avuto
sono nati oggi
e non mi lasceranno mai più.




lunedì 8 febbraio 2010



Oggi
sono il tempio dei forse e dei ma.



Perdo tempo seducendo l'esatta cognizione.

Il sentire piove rarefatto.
Inchiodato ad una geometria imperfetta.

Sì, oggi abito nei ritagli,
nelle pieghe sommesse,
dietro le curve della vita.



In costante contrapposizione
- impulso e rigore -




 


venerdì 5 febbraio 2010

 
Ho i capelli elettrici in questo periodo.

Sarà il vento che, accarezzandomi le guance
e giocando tra il mio collo e le orecchie,
scompiglia tutto quanto.

Non so come
ma è arrivato fino al cuore
e ha fatto turbinare
tutti quanti i sentimenti assopiti
come se fossero foglie
sul ciottolato lucido
del cortile di casa mia.

Sto aspettando che si plachi,
riportando tutto quanto
al quieto stordimento
della quotidianità.

E nel frattempo mi distraggo
mandando affanculo metà della popolazione vivente
e abbassando la testa
per non vedere la gente noiosa che mi circonda.



 
mercoledì 3 febbraio 2010


La verità è che, ad un certo punto,
non è che non hai niente da raccontare...


La questione si snoda nella consapevolezza
che la vita o la racconti, o la vivi.

Che ad un certo punto
riesci ad aggirare la necessità
di fissare l’attimo con la parola,
di ingabbiare il momento
nella struttura rigida della frase,
e lasci a ciò che accade
la libertà totale di essere vissuto fino alla fine,
foss’anche quella di scomparire e dissolversi,
se così deve essere.

Che ho voluto dire,
non lo so.






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"...la più ingenua delle bambine, la più libera delle schiave, la più innocente delle puttane, la più eretica delle sante, la più folle creatrice di tele astratte e parole mai dimenticate, la più fiera signora di vetri infranti e nodi custoditi in un cassetto, la più inquieta sposa di venti e maree ribelli, la più eccentrica regina di idealismi, senza corona e senza terra..."

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