Forse veramente sono una bugiarda.
Dico di amare le parole
e in fondo mi trovo bene solo nel silenzio.
Dentro di me le parole son felpate,
quasi impercettibili.
Tintinnano appena.
Un po'.
Solo un po'.
Meno di un po'.
Meno di un fruscìo incerto.
Meno di un respiro.
Dentro di me neanche diventano un disegno,
non ho una matita per delinearle nel silenzio.
Restano lì,
discrete e mute.
Fantasmi celati.
Solo mie.
Quando escono cambiano.
Sono altre,
altrui.
Tonde.
Hanno un corpo e una forma.
Le sillabe diventano aria
e l'aria è sempre qualcosa che si palpa.
Sottile catenina,
fiato dopo fiato,
spiccioli d'ossigeno,
collana delicata.
Leggerezza...
E le parole a volte sono lì,
vive,
mie e di tutti.
Spesso però' mi stanno dentro.
Fino alla fine,
vagabonde.
Fiacche,
come piace a me.
... Niente ...
Veramente non volevo dire niente
è solo che avevo tanta voglia di parlarti...
Ho perso qualche idea per via..
dal Sud al Nord,
e anche molti Dei per via
dall'Est all'Ovest.
Mi si è spenta per sempre qualche stella svanita.
Mi si è sprofondata nel mare un'isola e un'altra.
Non so neanche dove ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia
e abita il mio guscio.
Mi morirono le dita quando toccai la riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle..,
sprecavo vertebre e gambe..,
me ne uscivo di senno più e più volte.
Da tempo ho chiuso su tutto ciò il mio terzo occhio
ci ho messo una pinna sopra e ho scrollato le fronde..
Perduta e smarrita ai quattro venti sono volata.
Mi stupisco io stessa del poco di me che è rimasto:
una persona singola di genere umano
che ha perso solo l'ombrello
ieri sul treno.
e mi sviluppi il mattino con le dita.
Strana la faccenda dei tuoi occhi
che a volte il buio lo sparecchiano
e scompigliano l'alba ed il tramonto lo sistemano.
Sguardo di miele
oppure rosmarino.
Niente di reale,
è semplicemente una piccola illusione
che ogni tanto mi si intreccia nei capelli.
Niente di serio.
Non ti preoccupare.
e mi sono morti sulle labbra.
o forse conoscevo la risposta),
non ha l'apposito lucchetto.
che sapesse fiorire
malgrado la mia incapace tenerezza.
Vorrei buttare quel baule.
trovi la chiave smarrita
o lo apra chissà come.
vecchi e nuovi
diventino parola,
Adesso
non farebbero che ferire e che ferirmi
questi tanti non detti
che non ho detto
e che non dico.
Ormai questo baule pesa troppo
e non mi fa più volare.
hanno gli occhi dolci e tristi
oppure selvaggi e monelli
oppure curiosi e malinconici...
I cani che non ho mai avuto
mi aspettano in casa con un caffè
quando torno stanca del lavoro.
e quando finalmente mi siedo sul divano,
si sdraiano accanto a me
e mi chiedono racconti sul giardino d’acqua di Monet.
I cani che non ho mai avuto
rispondono al telefono
quando io non ho voglia di parlare,
e spesso mi lasciano messaggi nella segreteria,
perché sospettano che mi piacerebbe trovarne un paio
quando invece non ci sono...
I cani che non ho mai avuto
parlano tutte le lingue del mondo
del sottomondo e del sopramondo
e pure le lingue dell'immondo.
e mi prestano i loro occhiali
quando voglio leggere la sera.
I cani che non ho mai avuto
odorano di gelsomino se sono allegri,
di mandarino se sono malinconici,
e di cannella se hanno visto la porta aperta
del vicino.
I cani che non ho mai avuto
non sono codardi,
hanno sempre voglia di viaggiare il venerdì 17,
giocano a nascondino con le ombre
e piangono solo quando hanno voglia di piangere.
I cani che non ho mai avuto
portano abiti strani...
la maglietta della Lazio,
il bianco di Siracusa
e il nero di Otello senza Desdemona...
I cani che non ho mai avuto
sono sempre con me
quando mi sveglio
e quando non riesco a dormire
e mi ritrovano quando mi perdo.
I cani che non ho mai avuto
sono scontrosi,
disordinati,
ironici
e adorano l'etimologia.
I cani che non ho mai avuto
leggono a tratti Baricco, la Allende e Kundera.
Criticano la mia grammatica quasi sempre,
se la lascio sul pavimento o sulla sedia.
I cani che non ho mai avuto
sono nati oggi
e non mi lasceranno mai più.
Oggi
Il sentire piove rarefatto.
Sì, oggi abito nei ritagli,
nelle pieghe sommesse,
dietro le curve della vita.
- impulso e rigore -
Sarà il vento che, accarezzandomi le guance
e giocando tra il mio collo e le orecchie,
scompiglia tutto quanto.
Non so come
ma è arrivato fino al cuore
e ha fatto turbinare
tutti quanti i sentimenti assopiti
come se fossero foglie
sul ciottolato lucido
del cortile di casa mia.
Sto aspettando che si plachi,
riportando tutto quanto
al quieto stordimento
della quotidianità.
E nel frattempo mi distraggo
mandando affanculo metà della popolazione vivente
e abbassando la testa
per non vedere la gente noiosa che mi circonda.
foss’anche quella di scomparire e dissolversi,
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Sono io
- Pauline
- "...la più ingenua delle bambine, la più libera delle schiave, la più innocente delle puttane, la più eretica delle sante, la più folle creatrice di tele astratte e parole mai dimenticate, la più fiera signora di vetri infranti e nodi custoditi in un cassetto, la più inquieta sposa di venti e maree ribelli, la più eccentrica regina di idealismi, senza corona e senza terra..."
Obiettivo Pauline
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