mercoledì 4 luglio 2012
Il finale è sempre la parte più complicata.
Tutto può iniziare per caso
o determinazione,
non importa.
Può essere un tuono
che annuncia l’aria più fresca.
Può essere un calcio dopo un fischio,
possono essere due persone
che si incontrano in aeroporto.
E la trama talvolta è solo un vettore
per volare da un punto a un altro,
oppure un gomitolo
in balia di un gatto furioso
o un mantra, ripetuto,
oppure il punto di vista di un uomo
che guarda la vita seduto sopra un paracarro
o ancora l’avventura di due sognatori.
Ma nessuno sa dire
come può terminare un racconto,
un film,
una canzone,
un amore,
una partita,
una carriera.
Se serva una morale comune
oppure
che ognuno lo immagini
come più gli è simile.
O se il finale debba essere definitivo,
come negli scontri diretti,
o incompiuto,
un rinvio per troppa pioggia.
O se solo la morte
sappia essere il tramonto.
E soltanto chi legge può girare l’ultima pagina
mentre chi scrive non ha mai idea
di quel che succederà dopo.
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Sono io
- Pauline
- "...la più ingenua delle bambine, la più libera delle schiave, la più innocente delle puttane, la più eretica delle sante, la più folle creatrice di tele astratte e parole mai dimenticate, la più fiera signora di vetri infranti e nodi custoditi in un cassetto, la più inquieta sposa di venti e maree ribelli, la più eccentrica regina di idealismi, senza corona e senza terra..."
Curiosi dal mondo
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